Sono la tua quotidianità. Le tue abitudini, i tuoi riferimenti, il tuo ritmo.
La banalità delle identiche cose, la monotonia dello stesso percorso.
Riproduco le condizioni, le esperienze, le tensioni della tua esistenza.
Sono il solito caffè, le medesime facce, i discorsi rifatti.
Il senso di continuità della realtà, ciò che ti rende uguale di fronte alle cose.
Ti attraverso appena ti svegli, ricordandoti che oggi è un giorno qualunque.
Non chiedo impegno, non pretendo interesse, non metto alla prova. Ti offro una dimensione comoda, contenuta, rassicurante.
Con me non ti spaventi, non ti sorprendi, non hai bisogno di misurarti, non devi decidere.
Ti avvolgo nella ripetitività, ti accomodo nell’ordinario. Puntello la tua esistenza riproponendomi uguale e instancabile.
Sono il tuo respiro regolare, la coperta calda, la tana nella quale aspettare il momento giusto. Su di me puoi sempre contare.
Sono la ripetizione infinita di un giorno qualsiasi. Un’ossessione.
Il ripasso di una mossa, la replica di una relazione. Sono come un tapis roulant che ti fa muovere senza farti arrivare da nessuna parte.
A volte ti rapisco e ti porto lontano dai desideri, dagli slanci. Mi metto davanti a tutto.
Sono egocentrica e noiosa, oltre che assillante. Ti faccio dipendere dalle mie mosse, dai miei appuntamenti. Non ti mollo.
Mi piace attaccarti a me e non darti tregua. Ti seduco e asfissio. Sono maledetta.
Mi muovo sotterranea e silenziosa, quasi non ti accorgi della mia presenza ma ho un grande impatto sulla tua vita. Ti rendo pendolare tra impegno e desiderio.
Ti stresso. Ma poi tu ti sistemi, ti assuefai. Rimani impigliato nella mia trama annullando ogni straordinario.
Spesso finisci per aggrapparti a me sfuggendo responsabilità, cambi, trasformazioni.
Sono organizzata e prevedibile. L’ordine nel tuo caos. Rassicurante, oltre che opprimente.
Ti sostengo, snellendo i tuoi movimenti. Sono il pilota automatico che non ti fa perdere tempo negli aspetti banali della vita, affogare nei dettagli.
Ti offro uno spazio mentale per creare nuove idee, immaginare.
Sono il pensiero meccanico che lascia libera una banda della tua mente per lavorare a cose importanti.
Sono la tua salvezza nei momenti disperati. Il rifugio allo sgomento.
Hai bisogno di me nel dolore, quando le abitudini diventano appigli per non smarrirti.
Quando vorresti riempire i tuoi terribili giorni di momenti scontati e ordinari.
Sono la regola, il prevedibile, ma ti regalo sicurezza.
Quel movimento stabile di cui profondamente hai bisogno, come i bambini, per sentirti sicuro.
Sono la tua struttura, perché anche nell’interiorità in buona parte sei automatizzato, procedi nella routine, hai bisogno di sapere chi sei, riconoscere elementi già pronti.
Sono ciò che cerchi nell’altro, un accenno di cosa aspettarsi in anticipo.
Sono quella sensazione di ordinario che lentamente si trasforma nel tempo, caricandosi di nuovi significati e tonalità affettive.
Un giorno ordinario che poi rivedi quando qualcosa è cambiato e allora diventa straordinario e ti fa commuovere.
Posso essere una riflessione diversa sulla tua vita, se mi lasci per un po’.
Vista da fuori riesco a darti un senso rinnovato di te stesso, farti aprire a nuove esperienze.
Quando mi allontani nella tua mente e riesci a sfocare le lenti della logica, allora puoi avere intuizioni sorprendenti, fare connessioni inaspettate.
Se mi abbandoni puoi ampliare la ricerca tra le tue conoscenze, allargare la mente. Come succede in una relazione troppo stretta, il distacco aiuta in parte a mettersi a fuoco, trovare i propri orizzonti.
Ma sono l’esercizio ripetitivo che può dare risultati inattesi anche da dentro, pur sembrando lontana dalle emozioni.
Sono aggiornabile, riprogrammabile, flessibile più di quanto immagini, puoi lucidarmi a nuovo se ti annoio.
Io ripeto quello che tu mi metti dentro.
Cucimi addosso cose che ti fanno eccitare e io te le riproduco, te le moltiplico.
Rendendo quotidiane le tue passioni.
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