In una ricerca condotta dalla dott.ssa Susan Whitfield-Gabrieli, ricercatrice presso il famoso Institute for Brain Research del MIT – Massachusetts Institute of Technology, è stato scoperto che la risonanza magnetica funzionale – fMRI, una tecnica che consente di vedere l’attività fisiologica del cervello, predice con un alto grado di accuratezza (con una precisione dell’80%) se una persona che soffre del disturbo di ansia sociale troverà giovamento, o meno, dal trattamento psicologico cognitivo-comportamentale.
L’ansia sociale è un disturbo che affligge circa il 7% delle persone adulte e che non è facilmente trattabile.
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I fattori fisiologici che predicono la buona riuscita del trattamento
Entrambi i due tipi di trattamento più comunemente utilizzati per curare questo disturbo, il trattamento farmacologico e la terapia cognitivo-comportamentale, hanno successo solo nel 50% dei casi.
Nella metà dei casi quindi, né la cura con i farmaci né la cura con la psicoterapia cognitivo-comportamentale riescono ad eliminare il disturbo.
La risonanza magnetica funzionale permette di predire con alta precisione se una persona che soffre del disturbo di ansia sociale troverà giovamento, o meno, dal trattamento psicologico cognitivo-comportamentale.
Nella ricerca condotta dalla dott.ssa Whitfield-Gabrieli è emerso che i soggetti che nella risonanza magnetica mostrano una maggiore attività fisiologica in una alcune aree cerebrali, in particolare nell’amigdala, e maggiori connessioni tra i circuiti cerebrali deputati alla visione e quelli deputati alle reazioni emotive, la probabilità di successo della terapia cognitivo-comportamentale è molto più alta.