Si sa, non è semplice resistere alla bontà di una barretta di cioccolato fondente o alla croccantezza delle chips appena spacchettate e, a meno che non si voglia perdere qualche chilo di troppo, non è nemmeno indispensabile.
Ma se l’intenzione fosse proprio quella di ridurne il consumo per motivi estetici o di salute, una ricerca appena condotta alla University of Chicago ci spiega perché dormire di più può aiutarci a perdere peso.
Potremmo quindi prendere due piccioni con una fava: riposare di più e dimagrire!
Ti può interessare anche: Il sonno: un viaggio nella nostra dimensione solitaria
Sonno ed alimentazione: lo studio
Lo studio, pubblicato il mese scorso sulla rivista scientifica SLEEP, ha spiegato il perché della relazione fra le ore di sonno notturno e la sensazione di fame durante la giornata.
Si sa da tempo che la deprivazione del sonno è associata a una maggiore assunzione di cibo, alla scelta di cibi maggiormente calorici e conseguentemente all’aumento di peso, ma non si sapeva ancora in che modo il processo venisse innescato.
Erin Hanlon, ricercatore di endocrinologia, diabete e metabolismo presso l’Università di Chicago, e il suo team hanno monitorato la sensazione di fame, le scelte alimentari e i livelli di alcuni trasmettitori chimici di 14 soggetti volontari (giovani uomini e donne in perfetta salute) in due periodi diversi: uno in cui i soggetti venivano lasciati dormire circa 4 ore a notte e un altro in cui dormivano mediamente 8 ore.
I risultati hanno mostrato che, data ai soggetti la disponibilità di cibi diversi da consumare, nei giorni in cui avevano alle spalle solo 4 ore di sonno sceglievano alimenti del 50% più calorici e assumevano in media 300 calorie in più durante l’arco della giornata.
La spiegazione del fenomeno ci arriva dall’analisi dei livelli di endocannabinoide2-arachidonoilglicerolo (2-AG), un mediatore lipidico responsabile dell’appetito e della sensazione di piacere associata al cibo.
I livelli di 2-AG sono solitamente molto bassi la notte e aumentano gradualmente durante il giorno raggiungendo il picco intorno alle 12:30 per poi decrescere nuovamente.
Nei periodi in cui i soggetti dormivano 4 ore a notte, si registravano livelli di 2-AG del 33% più alti rispetto ai periodi in cui dormivano 8 ore.
Inoltre, il picco di 2-AG veniva raggiunto mediamente 2 ore più tardi e il livello rimaneva alto fino alle 21:00 circa.
I soggetti, pertanto, avvertivano un senso di fame maggiore ed erano maggiormente inclini a fare spuntini gustosi e molto calorici anche dopo poco tempo dal pranzo e durante tutto il pomeriggio e la sera.
Il numero di spuntini e l’assunzione giornaliera di calorie diminuiva negli stessi soggetti nei giorni in cui dormivano regolarmente.
La ricerca mostra quindi come la perdita di sonno possa accrescere l’aspetto edonistico dell’assunzione di cibo e condurre a lungo andare ad un aumento di peso.
Ovviamente esistono molti altri fattori che incidono sul comportamento alimentare e sull’aumento di peso, ma come ci spiega il dott. Hanlon: lo studio, nonostante alcuni limiti, ci dice che se hai una barretta di cioccolato in tasca, e hai dormito abbastanza, è più probabile che tu riesca a resisterle!.