Molti psicologi e neuroscienziati hanno sempre considerato certo che la psicoterapia produce i suoi effetti modificando il funzionamento cerebrale, però la natura esatta delle modificazioni del cervello indotte dalla psicoterapia è sempre stata, fino a poco tempo fa, sconosciuta e incerta.
Recentemente, grazie anche alle nuove tecnologie e ai nuovi strumenti che consentono di “guardare” il lavoro del cervello, stanno cominciando ad essere più chiari i substrati cerebrali e neurobiologici su cui si fondano i cambiamenti indotti dalla psicoterapia.
Almeno 5 diverse aree cerebrali sembrano essere coinvolte nei cambiamenti prodotti dalla psicoterapia: i circuiti dei neuroni specchio, alcuni circuiti del tronco encefalico e dell’insula, i circuiti dell’amigdala, alcuni circuiti della corteccia orbitofrontale, e alcuni circuiti della corteccia prefrontale dorsolaterale.
Alcuni recentissimi studi sembrerebbero anche mettere in evidenza il ruolo svolto dall’ippocampo e dal nucleo accumbens in correlazione con specifiche modifiche indotte dalla psicoterapia.
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Aree cerebrali e disturbi specifici
Si ipotizza anche (ma sono in corso ulteriori studi per averne conferma) che il trattamento psicoterapeutico della depressione sia correlato con modifiche dell’attività metabolica della corteccia prefrontale, dell’ippocampo e del giro del cingolo; che il trattamento psicoterapeutico del disturbo ossessivo-compulsivo sia correlato con una riduzione del metabolismo del nucleo caudato (soprattutto nell’emisfero destro); e che il trattamento psicoterapeutico delle fobie specifiche sia correlato con modifiche nel metabolismo dell’amigdala, dell’ippocampo e del grigio periacqueduttale.