Gli studi recentemente condotti da un team di ricercatori del New York University’s Center for Neural Science, e pubblicati sulla rivista scientifica Nature Neuroscience, confermano l’importanza delle primissime esperienze di apprendimento nel forgiare la fisiologia del cervello, influenzando, in questo modo, le funzioni cognitive e il comportamento in età adulta.

I risultati di questi studi hanno evidenziato l’esistenza di un periodo critico, approssimativamente dai 2 ai 4 anni, durante il quale il sistema nervoso è particolarmente sensibile agli stimoli ambientali.

Sebbene durante questa fase il bambino non sia in grado di formare memorie e apprendimenti a lungo termine, dimenticando in breve tempo ciò che gli accade, le esperienze e gli insegnamenti a cui viene sottoposto modificano la biochimica del cervello, in particolar modo dell’ippocampo, un’area associata alla memoria, inducendo una forma latente di apprendimento di natura associativa.

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Tracce mnestiche latenti

Le modificazioni biochimiche, stimolate dai primi apprendimenti, sono i precursori dello sviluppo di funzioni cognitive più complesse, quali la memoria dichiarativa a lungo termine e l’apprendimento, che si stabilizzano in fasi successive della vita; ma non solo, gli scienziati hanno dimostrato che in alcuni casi le memorie latenti dei primi anni di vita, “conservate” nell’ippocampo, possono essere riattivate in età adulta attraverso l’esposizione agli stessi stimoli che le hanno generate.

Ad esempio, se un bambino di 3 anni ha associato la vista di un cane alla sensazione di paura, anche se non ricorda l’evento specifico in cui si è trovato ad avere paura del cane, in età adulta la vista di un qualsiasi cane potrebbe richiamare la stessa emozione.

I risultati della ricerca dimostrano quindi l’importanza che le prime esperienze di vita hanno su più fronti: una sufficiente e adeguata stimolazione dell’apprendimento nella prima infanzia è fondamentale allo sviluppo successivo di abilità cognitive più complesse; inoltre è fondamentale che le prime esperienze siano positive per evitare l’insorgere di patologie o disturbi di vario tipo (ad esempio, situazioni di abuso durante l’infanzia contribuiscono all’insorgere di disturbi depressivi).

Per concludere, i ricercatori osservano che interventi volti a favorire l’apprendimento durante il periodo critico possono aiutare bambini con Disturbi di Apprendimento a potenziare le aree deboli.