Per elaborare il lutto in modo positivo la Teoria dei Legami Continui è un modello teorico-pratico molto utile.
Il focus di questo modello è la relazione con la persona cara che si manifesta, nel lutto, con il desiderio di sentirne la presenza e di non perderne il legame nonostante la morte.
E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? […] Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano. – Il Piccolo Principe
Come suggerisce Antoine de Saint-Exupéry, grazie al colore dorato del grano la Volpe potrà pensare al Piccolo Principe e mantenere con lui il contatto, in una relazione che resta.
Prima di continuare, vorrei però precisare che questo articolo, sebbene si riferisca al lutto per la perdita di una persona cara, è rivolto anche a chi vive la perdita di un animale domestico, dello stato di salute, di una storia d’amore, del lavoro.
La metafora del Saying Goodbye
La psicologia ha strutturato diversi modelli (trovi qui una sintesi dei principali modelli sul lutto) per descrivere l’esperienza del lutto.
Gran parte di essi segue la metafora del Saying Goodbye ossia descrive questa esperienza come una fase da superare, il cui obiettivo è lasciar andare i legami affettivi con la persona che non è più in vita.
L’elaborazione, secondo questa metafora, consiste nell’accettare, lasciar andare e sviluppare il desiderio di una nuova vita staccata e disconnessa dalla persona cara.
Tuttavia, nella pratica clinica, chi chiede aiuto per elaborare il lutto testimonia che non è disposto a lasciar andare il ricordo.
Come per la Volpe del Piccolo Principe, per chi vive è importante sentire il contatto, il legame.
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La Teoria dei Legami Continui
I primi studi che si sono occupati di descrivere questa visione alternativa del Lutto risalgono agli anni Novanta del 1900 (Hogan & De Santis, 1992; Silverman, Nickman & Worden,1992).
Gli studi, inizialmente dedicati a bambini in Lutto, sono stati estesi ad altre fasce d’età confermando la cosiddetta Teoria dei Legami Continui i cui assunti sono la necessità di mantenere il legame con le persone care, di celebrarlo, di percepire che la relazione continua.
Nella cornice teorica della Terapia Narrativa, Michael White formula le cosiddette Conversazioni del Ricordo (Re-membering Conversations).
Nelle sue osservazioni cliniche l’addio o l’arrivederci insito nei modelli terapeutici che seguono la metafora del Saying Goodbye creano vuoti a livello relazionale e identitario che potrebbero, invece, essere colmati attraverso il recupero del legame, la celebrazione della relazione e la proiezione dei suoi valori e insegnamenti nel futuro.
Le Conversazioni del Ricordo
La traduzione in italiano Conversazioni del Ricordo non rende bene il gioco di parole, utilizzato da Barbara Myerhoff, antropologa.
Remember – ricordare – può essere trascritto anche re-member: ri-aggregare.
Secondo Myerhoff, le persone significative che fanno parte della propria vita possono essere considerate membri di un club. Tra i membri c’è anche chi, nonostante la morte, continua ad avere un ruolo importante.
Il Club di Vita
La Terapia Narrativa prende in prestito la proposta antropologica di Myerhoff e parla di Club di Vita.
Ogni membro del Club di Vita porta, nella vita degli altri membri, contributi che influenzano e restano oltre la morte.
Il Re-Membering diviene, quindi, una speciale forma di ricordo, in cui si recupera la memoria di ogni singolo membro del Club di Vita e si creano nuove connessioni tra le persone che fanno e hanno fatto parte della propria vita.
Dalla metafora del Saying Goodbye, alla metafora del Saying Hullo
La metafora del Saying Goodbye può esacerbare il senso di vuoto aggiungendo, alla perdita già vissuta, le perdita di una parte del senso di sé e della propria identità.
Per questo Michael White propone la metafora del Saying Hullo che, in linea con la Teoria dei Legami Continui incoraggia a mantenere viva la relazione, a mantenere il legame e a portarne avanti valori, principi, significati.
Seguendo la metafora del Saying Hullo, l’elaborazione del lutto non è un processo che segue una sequenza volta a lasciar andare la figura della persona cara, ma è un processo creativo, volto a mantenere, onorare e migliorare il rapporto con essa.
È un’esperienza complessa, che evolve, in cui il dolore della perdita e i vissuti emotivi presenti, passati e futuri si intrecciano in un nuovo modo di incontrare e re-incontrare l’altro, in un legame continuo.
Puoi cominciare così…
Se vuoi, puoi cominciare questo processo creativo seguendo 7 passaggi. Prenditi il tempo di scrivere le tue riflessioni e risposte, di modo da dare forma concreta al pensiero, poterlo rileggere e riformularlo sino a che ti soddisfa.
- Ricorda un episodio in cui tu e la persona cara avete vissuto qualcosa di importante insieme
- In che modo le azioni della persona cara hanno aggiunto valore al momento?
- In che modo le tue azioni hanno aggiunto valore al momento?
- Cosa pensi abbia significato per la persona cara avere la tua presenza in quel momento?
- Cosa ha significato per te vivere quel momento con presenza della persona cara?
- Quali valori avete condiviso in quell’esperienza?
- Quali azioni concrete potresti agire ora per onorare, oggi, quei valori e perpetrarli in futuro?
… e continuare così
La risposta a queste domande può dare il La all’elaborazione attiva suggerita dalla Teoria dei Legami Continui.
Per alcune persone, questi passaggi aprono possibilità di riflessione che permettono loro di proseguire in autonomia. Se sei tra queste persone, continua così!
Seguendo il modello di domande proposto, puoi scegliere altri ricordi e costruire un album di ricordi speciale che racconta della relazione con la persona cara e di come possa essere celebrata da ora in poi.
Se, invece, queste domande non sono riuscite a darti l’aiuto desiderato, il mio suggerimento è di chiedere un supporto professionale: potrebbe essere il momento utile per accogliere il sostegno e la collaborazione di uno psicologo.
Francesca Fontanella per Psicologia24
Fonti:
Hogan N.S., DeSantis L. – Adolescent sibling bereavement: An ongoing attachment.
Silverman P.R., Nickman S.L. & Worden J.W. – Detachment revisited: The child’s reconstruction of a dead parent.
White M. – Maps of Narrative Practice.