In uno studio condotto recentemente alla Macquaire University di Sydney il Prof. Kevin Brooks e il suo team di ricercatori hanno dimostrato che la percezione del nostro corpo può cambiare in soli 2 minuti.

La ricerca ha coinvolto un gruppo di volontari a cui è stato chiesto di esprimere un giudizio (magro/in sovrappeso) sul proprio corpo e su quello degli altri, dopo aver osservato per due minuti immagini che li raffiguravano, ma che erano state modificate al computer per farli apparire più magri o più grossi che nella realtà.

I risultati hanno mostrato che quando venivano presentate immagini in cui loro stessi, o gli altri, sembravano più magri, i soggetti tendevano ad assumere come standard di riferimento, e di normalità, la versione più magra di sé stessi e degli altri, per cui si giudicavano, o giudicavano gli altri, in sovrappeso.

Di contro, quando erano esposti alle immagini in cui apparivano più grossi che nella realtà, si percepivano magri.

Lo studio del Prof. Kevin Brooks dimostra che la percezione del proprio corpo è altamente sensibile alle immagini a cui siamo esposti: gli altri, infatti, vengono immediatamente assunti come termine di paragone per giudicare il proprio aspetto.

E se anche pochi minuti sono sufficienti a spostare la percezione di sé stessi e di ciò che è normale, oppure bello, risulta evidente quanto forte e invasivo possa essere l’effetto della prolungata esposizione alle immagini dei media, soprattutto perché spesso è un unico (e quasi irraggiungibile) modello di fisicità ad essere proposto.