L’ansia sociale e la timidezza possono rappresentare una fonte di disagio per molte persone.

Nei casi più gravi la timidezza eccessiva può assumere la forma di una vera e propria fobia sociale.

Questa fobia in alcune persone comincia già a manifestarsi nell’infanzia e nell’adolescenza, con sintomi di forte ansia o paura in situazioni sociali o prestazionali, nell’interazione con gli altri o anche semplicemente nell’essere osservati da altri.

Si tratta di una sorta di vergogna del proprio essere quando si è osservati da altri, caratterizzata anche dalla paura che gli altri possano accorgersi di tale vergogna.

La persona con fobia sociale teme che gli altri possano osservarla mentre trema, balbetta, arrossisce in viso o si mostra impacciata nei movimenti.

Generalmente i fobici sociali si rendono conto che le loro paure sono esagerate e irrazionali, ma non riescono a superarle e avvertono un continuo senso di disagio nell’affrontare varie situazioni sociali.

Molto probabilmente, la fobia sociale è causata da una serie di fattori concomitanti e interagenti (biologici, psicologici, sociali) anche se tra gli studiosi non vi è ancora un accordo unanime sulle modalità con cui i diversi fattori interagiscono nel determinare il disturbo.

Si tratta comunque di un disturbo che se adeguatamente trattato può risolversi (o attenuarsi) in una buona percentuale di casi.

Le recenti ricerche scientifiche condotte dal Prof. Stafan Hofmann, direttore del Social Anxiety Program presso l’Università di Boston, hanno mostrato che alcune specifiche tecniche cognitivo-comportamentali, se adeguatamente applicate, in un’alta percentuale di casi attenuano i sintomi della fobia sociale e in alcuni casi consentono anche la completa scomparsa del disturbo.