Chissà se un giorno assisteremo alla nascita di centri specializzati dove comprare abbracci, così come si fa per i massaggi.

Se saranno inseriti programmi di coccole nelle comunità di assistenza per gli anziani, ad esempio, o di recupero oppure nelle scuole. Difficile da dire, perché sul contatto fisico ci sono sempre molto riserve.

Uno scambio affettivo ha particolare significato quando l’altro, colui che ci abbraccia, è qualcuno di cui fidarsi, ma è affascinante pensare anche alle emozioni positive suscitate da gesti affettuosi di sconosciuti, segnalate da alcune evidenze scientifiche.

Forse ci si può addirittura innamorare di qualcuno che semplicemente ci accarezza i capelli mentre ci addormentiamo…gli effetti tonificanti delle tenerezze sono senza dubbio meravigliosi.

Essere toccati, accarezzati è del resto un bisogno primario, risponde alla necessità innata di sentirsi riconosciuti, apprezzati, protetti, sostenuti, amati.

Connettersi, unirsi, emotivamente e fisicamente, tutto ciò che implica scambio e riconoscimento nella relazione, smuove emozioni positive ed è nutriente del nostro benessere.

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L’importanza del contatto

La scienza ci dice che il bisogno emotivo di contatto è presente da quando nasciamo. Numerosi esperimenti scientifici hanno dimostrato quanto è importante per l’essere umano toccare ed essere accarezzato, provando che si tratta di una necessità fondante della nostra esistenza.

Importante in tutte le età. Dal famoso studio del ricercatore statunitense Harry Harlow alle fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, che dimostrò la preferenza dei cuccioli di scimmia per un soffice e caldo sostituto materno artificiale, rispetto ad una mamma in grado di nutrirli ma fredda, alla teoria dello psicoanalista britannico John Bowlby che ha proposto il concetto evolutivo di attaccamento, il bisogno innato degli esseri umani di formare forti legami affettivi.

Inoltre il lavoro di Renè Spitz sulle gravi conseguenze della deprivazione affettiva materna ma anche ulteriori esperimenti di topi e conigli accarezzati e per questo più resistenti a malattie e abili in test di apprendimento.

Il nostro bisogno di contatto è confermato da recenti ricerche scientifiche sulla formazione della vita nel periodo intrauterino. Attraverso l’osservazione di gemelli nell’utero materno è stato possibile constatare che già dalla quattordicesima settimana di gestazione i due feti intenzionalmente si cercano, toccano, esplorano in modo delicato e preciso.

Avvertono di non essere soli, interagiscono tra di loro, si contattano. Inoltre il progresso delle ricerche nel campo della psiconeuroimmunologia ha permesso di scoprire la biochimica delle emozioni e gli straordinari poteri sulla nostra salute del contatto e degli scambi affettivi.

Una terapia di coccole

Il benessere delle coccole

Tutti questi studi ci fanno capire quanto sia importante offrire ai più piccoli rifugio, protezione, sicurezza, calore, stabilità.

E come la tenerezza sia parte da incrementare comunque nella nostra vita, da considerarsi un integratore emotivo naturale privo di controindicazioni.

Essere toccati e carezzati, così come esprimere affetto verso gli altri, vuol dire essere riconosciuti, apprezzati e gratificati emotivamente.

Fa sentire che esistiamo, che siamo cercati, accolti e amati. Senza si è infelici, più vulnerabili a malattie, ansia, depressione. E aggressività.

I benefici della vicinanza, del contatto e delle coccole verificati dalla scienza:

• Innalzano il livello di ossitocina (ormone dell’amore), abbassano i livelli di cortisolo (ormone dello stress) e aumentano il senso di fiducia e sicurezza, donando sensazione di calma. Migliorano la concentrazione, l’efficienza e il sonno.

• Servono alla stabilità della relazione: favoriscono una migliore comunicazione, sono un forte collante che rafforza il legame di coppia e danno più soddisfazione della storia sentimentale.

• Riducono la pressione sanguigna e rinforzano la risposta immunitaria, aiutando a difenderci e a reagire meglio alle malattie.

• Rendono più disponibili e migliorano il nostro funzionamento fisico in generale. In questo senso il contatto fisico può essere interpretato come mediatore contro l’invecchiamento.

• Infondono sicurezza, ridimensionano ansia e paura. Hanno effetto ansiolitico. Quando due persone sono unite in un abbraccio si registra una sorta di sincronizzazione cerebrale sull’elettroencefalogramma, con effetti positivi sul benessere psicofisico.

• Ci fanno diventare più attendibili, degni di fiducia e “veri” agli occhi degli altri quando il comportamento di espressione di affetto è spontaneo e autentico.

• Sono determinanti per la stabilità emotiva del bambino, si riflettono sulla crescita emotiva e cognitiva. I piccoli più accarezzati mostrano una maggiore attività cerebrale, oltre a minori livelli di cortisolo.

Attenuano il dolore fisico. Un semplice abbraccio è in grado di attivare fibre nervose che bloccano il lavoro di quelle che trasmettono messaggi di dolore.

• I vantaggi si protraggono nel tempo, ripercuotendosi positivamente sull’umore e il benessere generale.

Brunella Gasperini per Psicologia24